SIDERNO – Modi garbati, abbigliamento sobrio, faccia pulita. Elisabetta Cannizzaro, candidata alle Parlamentarie del Pd in quota “movimento Matteo Renzi si presenta così alla conferenza stampa convocata per stamani alle 11 nei locali dell’Ymca. Accanto a lei altri renziani doc, come la sidernese Maria Grazia Messineo, l’ex segretario del Pd di Locri Paolo D’Agostino e Lucilla De Leo, giovane di Monasterace ma residente a Roma, con alle spalle, nonostante l’età verde, dieci anni di esperienza di lavoro alla Camera.
Ma soprattutto c’è la bandiera utilizzata per le Primarie del 25 novembre, quella di “Matteo Renzi Adesso”, l’unica, visto che quella del Pd non c’è. E se questo può essere comprensibile se si guarda alla presenza di due epurati eccellenti del Pd locrideo presenti in sala, come Attilio Tucci e Cesare De Leo, lascia comunque un’ombra di indeterminatezza sul ruolo di questo movimento renziano, anche alla luce di alcune dichiarazioni personali di Cesare De Leo che non escludono eventuali progetti alternativi in futuro. Ma andiamo per ordine.
LA CANDIDATURA
«Sono espressione del movimento pro Renzi della Locride e dell’intera provincia». Ha esordito con queste parole Elisabetta Cannizzaro. Che ha subito aggiunto che «Vedo la politica come carità, di chi intende dare alla propria comunità senza ricevere nulla in cambio. Penso a Benigni che guarda ai valori fondanti della Costituzione dai quali ci siamo, ahinoi, distaccati, e guai a concorrere a una competizione politica per avere più potere e fare carriera, così come noi renziani contestiamo le scelte calate dall’alto soprattutto in ordine alle candidature, perchè si è visto che negli anni scorsi ci hanno propinato delle persone in lista che non conoscono la Calabria e i calabresi e che quindi non sono in grado di rappresentarci». Fin qui la premessa. Quindi, la Cannizzaro ha indicato i valori in cui crede e che si dovranno tradurre in altrettante priorità programmatiche una volta eletta in Parlamento: «Sociale e solidarietà, istruzione, cultura, equità e meritocrazia» e poi, quasi a schermirsi, «Non so se merito tutto questo consenso unitario del movimento attorno alla mia persona. Di sicuro, noi renziani siamo uniti per affermare quest’idea di rinnovamento in cui crediamo fermamente». Più netta e tranchant, come sempre, la posizione di Maria Grazia Messineo: «Elisabetta – ha detto – è la più bella espressione che può nascere dalla politica: espressione della società civile, impegnata nel sociale, animata da passione genuina e – perchè no – locridea», quindi, è partito l’affondo: «basta con l’arroganza di chi impone nomi che nulla hanno a che vedere con la nostra terra. Io – ha aggiunto – dissento da un Pd che apre le porte alla nomenklatura: ieri Mazzucconi, oggi Bindi. La candidatura di Elisabetta Cannizzaro dimostra che il progetto di Renzi continua e che la Locride esiste anche per questa parte politica».Lucilla De Leo, forte della sua esperienza romana di fondatrice del movimento “Forward Renzi” ha detto che «Se ai sostenitori di Renzi non viene riconosciuto il 40% di rappresentatività negli organi del partito di tutta Italia, questo dev’essere conquistato sul territorio anche e soprattutto con le Primarie», mentre Paolo D’Agostino ha provato a sgombrare il campo da possibili cattive intepretazioni della loro presenza nella competizione delle “Parlamentarie”: «Noi accettiamo il risultato delle Primarie del 25 novembre e naturalmente riconosciamo la leadership nazionale di Pierluigi Bersani, anche se è ovvio che abbiamo una visione diversa dai suoi sostenitori e vorremmo regole chiare e condivise per le nostre primarie, senza deroghe e imposizioni calate dall’alto. Ecco perchè siamo nel Pd: perchè secondo noi non va tutto bene così com’è e cerchiamo, con la nostra presenza, di migliorarlo». Tutto chiaro? Manco per niente. Perchè subito dopo, interviene dalla platea Cesare De Leo: «Noi siamo presenti lealmente alla competizione attraverso il supporto a Elisabetta Cannizzaro,ma se un domani il partito dovesse fare scelte oscene riservando posti in lista alle Politiche e imponendole al territorio, noi faremo le nostre valutazioni, non escludendo di prendere altre strade perchè noi siamo qui per lottare al fine di cambiare il modo di fare politica nel Pd». Parole forti, queste, dalle quali, però, Maria Grazia Messineo si è subito dissociata, precisando che «Dissento perchè noi siamo del Pd ed è nel Pd che dobbiamo condurre le nostre battaglie, rifuggendo da qualsiasi tentazione di trovare strade alternative». Lucilla De Leo ha spiegato che «La nostra presenza attorno al nome di Matteo Renzi non ha nulla di strumentale e limitativo, ma vuole portare avanti le battaglie renziane (una su tutte, quella per la riduzione dei costi della politica) così come i moderati del Pd portano avanti l’agenda Monti. Dietro al nome di Renzi c’è un programma, ci sono delle persone». Pino Mammoliti, infine, ha chiesto a chiare lettere: «Le dimissioni del commissario regionale D’Attorre dall’incarico, visto che non è più arbitro, ma è parte in causa anche in queste primarie e se dovesse vincere le Parlamentarie Demetrio Battaglia il prossimo 29 dicembre, il 30 dovrebbe rassegnare le proprie dimissioni da consigliere regionale per dare un messaggio di credibilità a tutta la Calabria che ne ha abbastanza di candidature calate dall’alto come quella di Rosy Bindi e di generali senza truppe come Marco Minniti».
RENZIANI O DEMOCRAT?
In teoria le due cose dovrebbero coincidere,ma i dubbi restano tutti. Il sindaco di Firenze,infatti, non ha chiesto la presenza uniforme in tutto il territorio nazionale di “propri” candidati, mostrando di aver recepito il messaggio unitario del Pd. Ma qui, però, si fanno riunioni permanenti d’area e si insiste nel dire che «dietro al nome di Matteo Renzi c’è un programma». Ma i dubbi restano e forse sono tutti nelle parole dette da due importanti figure che sono fuori dall’anagrafe del Pd ma che si sentono del Pd e capaci di rappresentarlo. Come Cesare De Leo, vincitore delle Primarie del 25 nella sua Monasterace o come Attilio Tucci che, a margine della manifestazione ha detto al cronista che «Matteo Renzi, con la sua presenza alle Primarie del 25 ha inteso portare delle regole a un partito che ne ha tanto bisogno. Si è sempre detto “se non ora, quando?”, noi della Locride diciamo “se non qui, dove”?». E allora la Locride si propone, attraverso il movimento renziano, di diventare l’avamposto del “rottamatore”. E se un domani spuntasse una lista “Coca Cola”?
GIANLUCA ALBANESE