di Gianluca Albanese
La conferenza stampa del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, e dei ministri interessati, mentre scriviamo è in corso. Riguarda l’illustrazione del cosiddetto “decreto Ristori”, licenziato dal Consiglio dei Ministri n. 69 che ha avuto luogo in data odierna. Concepito per offrire strumenti di compensazione delle perdite che andranno a subire i settori dell’economia che più degli altri risentono delle misure restrittive introdotte col Dpcm del 24 ottobre (che si propone di limitare il più possibile le occasioni di contagio da CoVid-19) contiene, secondo quanto riportato dai Tg nazionali, anche una norma che rinvia al 2021 il turno elettorale straordinario delle amministrative in programma il 22 e 23 novembre in alcuni Comuni che avevano subito il commissariamento per infiltrazioni mafiose, la cui scadenza cadeva nel secondo semestre del 2020.
In pratica, a Siderno non si voterà il 22 e 23 novembre 2020.
Una decisione, quella dell’esecutivo, che giunge appena tre giorni dopo il deposito delle candidature di cinque aspiranti sindaci e dodici liste composte da 15-16 candidati ciascuna.
Ma tant’è.
Per forma mentis siamo portati a non credere al complottismo e siamo lontani anni luce dal livore di chi intravede in momenti del genere un motivo di ripicca o rivalsa, sia essa politica e/o personale.
Certo è che una decisione del genere crea grossi disagi a una comunità che ancora una volta aveva espresso grande voglia di mettersi in gioco e di riprendersi quegli spazi di democrazia che ha sempre avuto (e per i quali costituisce un esempio per le altre realtà locali) e che dimostra quotidianamente con l’interesse della comunità verso i fatti politici cittadini, tanto da affollare le sedute di consiglio comunale e quelle della consulta cittadina delle associazioni, essendo parte di un tessuto associativo vivace e composito.
Dunque, rigettiamo l’idea del fumus persecutionis governativo contro la città più grande e popolosa del comprensorio.
Semmai, cogliamo l’occasione per ricordare che, stante la situazione sanitaria che si è venuta a creare in questa seconda ondata della grave pandemia, fatichiamo a immaginare un regolare svolgimento delle operazioni elettorali (e soprattutto di spoglio) in tempi in cui bisogna evitare gli assembramenti e mantenere norme basilari di distanziamento sociale. Già, se le operazioni di voto sarebbero state comunque gestibili, pur con la grande partecipazione di elettori che ogni volta si registra, ci viene assai difficile immaginare le fasi dello spoglio in cui presidente di seggio, segretario e scrutatori condividano lo stesso spazio di un paio di decine di metri quadri coi rappresentanti di dodici – dodici – liste.
Insomma, non è tempo di svolgere questa tornata elettorale come l’abbiamo sempre concepita e vissuta.
E allora, qualche mese di ulteriore attesa se da un lato logorerà chi aveva deciso di spendersi per la propria comunità, dall’altro potrebbe portare consiglio e ridiscutere il modo con cui questa città si dovrà preparare al rinnovo dei propri organi elettivi.
L’assetto delle elezioni appena rinviate, infatti, non è scontato che possa riproporsi tal quale quando si potrà finalmente tornare al voto. Specie se la data delle consultazioni amministrative di Siderno dovesse coincidere con quella delle elezioni regionali, che i calabresi affronteranno con una legge elettorale nuova e che rimescola le carte (e divide le opportunità in maniera diversa da come eravamo abituati) favorendo l’emergere di nuove aspirazioni e desiderata fino a ieri inimmaginabili.