L’Autore, che è anche e soprattutto studioso di Tommaso Campanella, ha inteso sporcarsi le mani dicendo di Eva e della sua voglia di innamorarsi, di amare perché anche gli anoressici si innamorano ed amano ancorché, come asserisce nella prefazione il collega giornalista e scrittore Giorgio Metastasio “In questa storia c’è un silenzio assordante, per usare un ossimoro, nessuno ascolta il grido di dolore e la richiesta di aiuto. Solo chi sta male e vive nel proprio isolamento può capire cos’è la sofferenza fisica e mentale”.
di Antonio Baldari
E’ il suo primo romanzo che si osa definire della maturità piena, sotto il profilo letterario e socio-culturale, di Claudio Stillitano e, lo chiariamo subito, non vi dirò il finale neanche sotto tortura!, sia perché non voglio perdere il Collega giornalista e soprattutto grande amico Claudio, ma anche e soprattutto perché è mia intenzione suggerirvi di andare ad immergervi in quelle che sono poco meno di cento pagine di “Eva”, che è la fatica letteraria di Stillitano.
Per cui c’è la maturità piena, come si diceva poc’anzi, nello scrivere e nel discettare a trecentosessanta gradi, dal punto di vista letterario e socio-culturale, in considerazione del fatto che l’autore entra in punta di piedi, secondo suo, consolidato, stile nella Società in cui viviamo, di questo per certi versi complesso XXI secolo, andando ad affrontare di petto una delle problematiche più delicate del vivere odierno qual è l’anoressia.
Ed è stata un gran cosa la scelta fatta da Stillitano giacché non è affatto facile soffermarsi su quella che è una delle malattie più frequenti dell’esistenza attuale, in special modo fra i giovani, come, per l’appunto, nel caso di Eva, protagonista del romanzo; peraltro, prescindendo dalla facilità o meno dello scrivere di anoressia, va doverosamente sottolineato come ancor’oggi se ne parli e se ne scriva molto poco.
E, da qui, il grande coraggio avuto dal buon Claudio nel mettere nero su bianco relativamente a questa sua “prima volta” che, ammettiamolo, avrebbe potuto scegliere di farlo in modo molto più comodo scrivendo per un romanzo molto più…romanzato, se si vuole, molto più vicino agli standard di un canovaccio più sicuro, con meno problemi e/o situazioni in cui diventa oltremodo difficoltoso lo scegliere anche l’aggettivo, il più scontato.
E invece no, Stillitano ha inteso sporcarsi le mani dicendo di Eva e della sua voglia di innamorarsi, di amare perché anche gli anoressici si innamorano ed amano ancorché, come asserisce nella prefazione il collega giornalista e scrittore Giorgio Metastasio, “In questa storia c’è un silenzio assordante, per usare un ossimoro, nessuno ascolta il grido di dolore e la richiesta di aiuto. Solo chi sta male e vive nel proprio isolamento può capire cos’è la sofferenza fisica e mentale”.
A tale riguardo, e facendo riferimento alla presentazione ufficiale del decorso 31 luglio a Stilo, Claudio dichiara di volere “ringraziare per la pubblicazione del romanzo l’architetto Giorgio Metastasio, giornalista e scrittore, che mi ha spinto con grande entusiasmo a stampare il libro che era stato rifiutato prima da una casa editrice, Metastasio ha detto che non si manda indietro un testo che parla di anoressia e della sofferenza di tante giovani, molte delle quali muoiono”: per fortuna, ci permettiamo sommessamente di concludere, il romanzo sta avendo successo ed è particolarmente apprezzato da molte lettrici e lettori.