di Gianluca Albanese
LOCRI – All’indomani del nuovo decreto del Governo che mantiene misure restrittive per i cittadini che non si sono vaccinati e toglie l’obbligo di quarantena ai vaccinati con dose booster asintomatici, abbiamo incontrato il medico locrese Nicola Rulli, da sempre in prima fila tra i sostenitori della prevenzione attraverso i vaccini e che più di due mesi fa, sul nostro giornale, aveva lanciato un appello alla vaccinazione anche dei più piccini.
Dottore Rulli, ritiene sufficienti le ultimissime misure prese dal Governo?
“I contagi sono in aumento perché esiste una zona grigia di contagiati inconsapevoli o incoscienti che continua a diffondere il virus. Nel mio ambulatorio ho fatto, dal mese di Giugno ad oggi, circa 3.800 dosi di vaccino e tra tutti i pazienti da me vaccinati, nessuno, una volta contagiato, ha avuto bisogno di ricoveri ospedalieri: è un segno evidente che il vaccino ha spuntato le armi del CoVid”.
E quindi?
“E quindi credo che gli unici a correre dei pericoli siano i pazienti non vaccinati che risultano inermi contro il virus, questo dovrebbe farli riflettere. Nel corso della mia attività quotidiana i pazienti che mi chiedono un parere, entrano nel mio studio da “no vax” ed escono vaccinati perché dopo un dialogo approfondito col medico capiscono che i vaccini sono sicuri e che, affidandosi al proprio medico di medicina generale sono seguiti sia nella fase di vaccinazione con eventuale premedicazione che in quella post-vaccinale, di vigilanza medica, nella quale riusciamo a intervenire subito per bloccare eventuali, quanto rarissimi, effetti indesiderati”.
Dunque, bisogna sperare che tutti i medici si comportino come lei?
“Purtroppo fare la vaccinazione antiCovid non è un atto semplice: bisogna snellire la burocrazia annessa alla inoculazione del vaccino che in atto scoraggia molti , soprattutto in un periodo in cui abbiamo una grande mole di lavoro per la gestione delle patologie croniche e di quelle stagionali. E’ necessario semplificare. Inoltre , a mio avviso, il Governo deve rompere questo velo di ipocrisia e introdurre l’obbligo vaccinale per tutti. La fase di incentivazione che ha caratterizzato le ultime settimane non è più sufficiente, perché purtroppo molta gente si ostina a non vaccinarsi per cattiva informazione o per credenze proprie. Lo Stato deve colmare queste carenze assumendosi le proprie responsabilità e obbligando tutti a vaccinarsi”.
Quanto ha influito, finora, la strategia della comunicazione adottata dalle istituzioni e dai mass-media nella pandemia?
“Tantissimo e non sempre in senso positivo. Mi spiego meglio: per lunghi mesi ci si è soffermati sulle poche e rare controindicazioni dei vaccini e non si è detto chiaramente che i vaccini hanno abbattuto, dopo la somministrazione di massa, quella che è stata nei primi mesi della pandemia, la mortalità del CoVid-19. A questo hanno contribuito molti professionisti in camice bianco che hanno fatto passerelle mediatiche inutili e spesso fuorvianti. Il medico è un traghettatore di vita e non di morte e ha l’obbligo morale di diffondere la cultura della prevenzione”.
Vaccini per tutti, dunque? Anche per i bambini?
“Anche per le donne incinte, se è per questo. Tutte quelle che sono state vaccinate non hanno avuto alcun problema. E ovviamente anche per i bambini. Ricordo a me stesso che la vaccinazione ai bambini, nella storia, ha messo fine a terribili malattie come il vaiolo e la poliomelite. I bambini hanno maggiori capacità di adattamento del sistema immunitario, sono dotati di maggiore plasticità, ma sono anche i primi serbatoi del virus quando non vengono vaccinati. Sono i primi a infettare familiari e parenti, anche e soprattutto i fragili”.
Ma la prossima uscita di qualche medicina per curare gli effetti del CoVid non la tranquillizza?
“Ho sempre preferito la medicina della prevenzione (e quindi i vaccini) alla cosiddetta medicina-tampone: quest’ultima costa molto di più al sistema sanitario nazionale e se non viene somministrata in tempo non ha alcun effetto. Molto più utile, intelligente, sicuro ed economico vaccinarsi”.