di Simona Ansani
ROCCELLA JONICA – “Contro l’obbedienza e la servitù” è il titolo del nuovo libro scritto per la casa editrice Sensibili alle Foglie, dallo scrittore, saggista e studioso, roccellese, dei problemi del lavoro sociale, Giuseppe Certomà. Quest’ultimo lavoro è l’ottavo di una collana d saggi, che lo scrittore pubblica, che possono essere racchiusi in un’unione di pensieri dalla tematica comune, quella del sociale. Come si evince dal testo nel primo capitolo del libro è proposto il diario sociale dell’autore, un’esperienza vissuta nell’ambito della socio analisi narrativa, uno strumento fondamentale per stimolare il pensiero riflessivo e l’agire creativo. Esso consente agli operatori sociali che lavorano nelle istituzioni di raccontare quello che sentono, vedono e sanno. L’operatore sociale che scrive il diario è come spiega Georges Lapassade <<un soggetto in transe, ossia che vive in uno stato di coscienza modificato da una forte emozione>>. Il secondo capitolo è il seguito del “Il servizio sociale. Storia, ricordi, pensieri. Viaggio alla ricerca di una traccia” e come spiega l’autore <<è nato un pezzetto per volta , a intervalli anche lunghi, come quaderno di aforismi sulle cose morali, sociali e professionali. Il linguaggio aforistico è stato proficuo perché mi ha dato la possibilità di esprimere pensieri brevi tra il serio e il faceto. Nasce dal vivo del cuore, come esercizio, meditazione, riflessione critica sui temi della moralità, della socialità e della professionalità>>. Il linguaggio aforistico, pur non avendo la pretesa di trattare gli argomenti in modo sistematico, ha il pregio di essere sincero, spontaneo e naturale. Tutto ciò ci porta a dire che il lavoro sociale non è un sapere metodologico, ma un sapere spirituale etico, una forma di ascesi, un ideale trascendente al servizio della comunità.
