di Gianluca Albanese
SIDERNO – La montagna ha partorito il topolino, con una discussione durata quaranta minuti scarsi e senza determinazioni di rilievo. È la ricostruzione resa nella conferenza stampa tenuta ieri dai consiglieri dei due gruppi di opposizione in consiglio comunale, relativa alla trattazione in forma segreta del terzo punto all’ordine del giorno della seduta consiliare di giovedì scorso.
Il punto, richiesto proprio dai consiglieri di minoranza, riguardava le dichiarazioni rese su un social network da un soggetto la cui identità è coperta da omissis, secondo il quale in caso di vittoria dell’attuale opposizione alle elezioni dello scorso ottobre, il civico consesso sarebbe già stato sciolto per infiltrazioni mafiose.
Stando a quanto riferito dai consiglieri di opposizione, dopo l’intervento iniziale del capogruppo di “Siderno 2030” Domenico Sorace che ha ricostruito la vicenda che ha dato origine alle dichiarazioni oggetto della discussione “per la quale – ha detto – attendiamo ancora una risposta dal Prefetto, da noi interpellato” dai banchi della maggioranza ha parlato soltanto la capogruppo Giusy Massara, che ha dichiarato che le dichiarazioni rese su un social network non possono essere oggetto di una discussione o di una determinazione del consiglio comunale. Solo la sindaca Mariateresa Fragomeni, alla fine dei lavori, ha garantito che l’attuale consiglio comunale è impermeabile a pressioni mafiose.
Troppo poco per i consiglieri de “La Nostra Missione” e “Siderno 2030” che hanno ribadito ieri che dichiarazioni del genere sono da considerarsi lesive del prestigio di tutto il consiglio comunale “perché – ha detto il consigliere Stefano Archinà – a nessuno deve essere permesso di gettare ombre o sospetti in questo modo. Chi sa qualcosa si rivolga alle autorità di Pubblica Sicurezza o alla Magistratura e mi dispiace che il Pd si sia sottratto alla discussione. Una scelta – ha aggiunto – che fa il paio con l’estromissione delle opposizioni dall’organizzazione delle manifestazioni di solidarietà dopo le intimidazioni subite dal Comune a inizio consiliatura”.
E se per il consigliere Antonio Trimboli “il presidente del consiglio comunale sembra comportarsi più da capogruppo di maggioranza”, il suo omologo Massimo Diano ha aggiunto con amarezza che “mi sono candidato per lavorare insieme per il bene della città ed è difficile farlo con questo clima”.
È probabile che i consiglieri di opposizione ricorrano alla querela contro l’autore delle dichiarazioni oggetto della discussione.