di Antonio Baldari
Ultimi scampoli di “Circe” e “Patricia” che per circa venti giorni hanno mitigato il clima sullo Stivale, all’indomani delle terrificanti azioni calorifere degli anticicloni “Cerbero” prima e “Caronte” dopo che, fino allo scorso 26 luglio, hanno portato la colonnina di mercurio ben oltre i quaranta gradi se non addirittura toccato la soglia dei cinquanta gradi in alcune località, particolarmente al Sud; successivamente, grazie all’azione refrigerante delle correnti fredde dei due, sopraccitati, fenomeni abbiamo respirato un po’ meglio, per corsì dire, nel mentre già oggi comincerà ad affacciarsi sul Bel Paese il terzo anticiclone africano in poco meno di un mese: “Nerone”.
Che, dal nome dell’imperatore romano noto per avere incendiato la “Caput Mundi”, porterà con se l’ennesima “ondata di calore” che però, a parziale consolazione, non sarà all’altezza dei suoi predecessori Cerbero e Caronte, per l’appunto, ma vedrà soltanto un innalzamento verso i 35-38 gradi e, soltanto in alcuni casi, facendo toccare i 40 gradi.
Ma tant’è!
Ciò che fa preoccupare, piuttosto, in vista di questo ulteriore momento caldo, sono gli incendi che potrebbero essere partoriti dalla solita “mamma dei cretini”, notoriamente sempre incinta quando si tratta di…soffiare sul fuoco, manco a dirlo!, dei problemi che possono non solo generarsi ma acuirsi ancora di più in siffatte condizioni ambientali.
Ed invero, sono ancora vive nella nostra memoria le immagini del piromane beccato dalla task force regionale, attraverso l’uso di un drone, nelle campagne di Curinga, nel Catanzarese, abbastanza goffo nel tirare dei sassi verso l’apparecchio nel mentre si rese conto, il malfattore, di essere stato scoperto; come è ancora ben nitida l’immagine di un bambino di dieci anni, nelle campagne del Comune di Zungri, nel Vibonese, anche’gli scoperto attraverso l’utilizzo della predetta tecnologia e che pare fosse stato indirizzato dal nonno nell’andare ad appicare il fuoco a delle sterpaglie.
Indubbiamente tanto il primo quanto il secondo episodio, hanno destato profonda rabbia ed irritazione nei cittadini calabresi di “buona volontà”, a cominciare dal governatore, Roberto Occhiuto, che ne ha fermamente stigmatizzato l’azione postando ed al contempo commentando i relativi video, ma non v’è alcun dubbio che quanto ha interessato quel piccolo decenne ha originato impressione per non dire sconforto: in tal caso si è provato a giustificare, in qualche modo, il nonno quale mandante della malevola azione attuata dal bambino perché, si è detto, erano soltanto delle sterpaglie e non può essere, per questo, definito un piromane.
Sarà pure così ma rimane sempre qualcosa da non fare, in ogni caso da non comandare ad un bambino di dieci anni a cui, semmai, regali un buon libro da leggere piuttosto che un accendino per andare ad appiccare il fuoco; e poi, ci si consenta, il ladro viene addestrato nell’essere tale prima con furtarelli di piccola entità, e semmai dopo andando ad assaltare la banca in pieno centro cittadino per il malloppone, si comincia così, o no?
In tutto questo si impone un più radicale ed incisivo coinvolgimento della Scuola per una corretta e più utile “educazione ambientale” che possa rendere i discenti maggiormente consapevoli di ciò che si va a fare provocando un incendio.
Che significa ucciderlo, uccidendo noi stessi.