di Simona Ansani
Ancora tanto silenzio sulla morte dell’orso Stefano, morto all’interno del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio Molise, a colpi di fucile. Al momento non si sa nulla sull’esito dell’esame autoptico, nessun aggiornamento sullo stato delle indagini e sull’accertamento dei colpevoli. Pochi giorni dopo l’uccisione di Stefano, la LAV ha incontrato il Procuratore Capo di Isernia, titolare dell’inchiesta per maltrattamento ed uccisione di animali, chiedendo ulteriori approfondite indagini e invitando alla collaborazione con il Centro di Referenza Nazionale del Ministero della Salute per la Medicina Forense Veterinaria, che al momento, però, non è ancora stato coinvolto, nonostante il grado di eccellenza che ricopre in Italia nell’accertamento dei reati in danno agli animali e nonostante abbia contribuito alla soluzione di molte inchieste simili. <<Tutto ciò che sappiamo oggi – dichiara Massimo Vitturi, responsabile LAV del settore caccia e fauna selvatica – è che l’esame autoptico è stato invece eseguito preso l’Istituto Zooprofilattico di Teramo, senza avvalersi delle competenze e dell’esperienza del Centro specializzato da noi proposto. A questo punto vorremmo sapere cosa raccontare alle migliaia di cittadini indignati che attendono di sapere chi abbia ucciso l’orso>>. Intanto la ricompensa sale vertiginosamente a 5000 euro, per chi fornisse notizie idonee a individuare i responsabili della morte di Stefano. <<Siamo certi che nelle piccole comunità del territorio una volta frequentato dall’orso Stefano, i responsabili siano persone ben conosciute.- conclude Massimo Vitturi – Invitiamo quindi tutti a collaborare con la Magistratura perché si giunga presto a una soluzione, e soprattutto chiediamo il massimo impegno alle Istituzioni preposte>>.