di Redazione
AFRICO NUOVO – Se sei di Africo, oggi puoi essere “fricazzanu” o “tignanisi”, puoi ravvivare la discussione politica cittadina provenendo dalla vecchia corrente democristiana o comunista, puoi essere cattolico o evangelico, puoi sceglierti come luogo del cuore la scogliera (una delle 10 spiagge più belle d’Italia) oppure i borghi antichi di Africo e Casalenuovo (che da qualche anno grazie al lavoro dei forestali stanno tornando alla vita), ma oggi c’è un fattore che accomuna tutti gli attori sociali della comunità africese: “essere in promozione grazie a grinta, sacrificio,talento ed educazione” come affermato dal dirigente della locale squadra di calcio Santo Madafferi al termine dell’ennesima battaglia vinta contro l’avversario di turno nel giorno più bello, quello del trionfo.
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Dopo quattro anni trascorsi in prima categoria girone D l’Africo del Presidente Criaco ritorna in Promozione, oggi è ancora il calcio che negli anni ha dato un lustro positivo alla cittadina jonica ad essere il fattore collante che accomuna inorgoglisce e fa gioire tutti gli africesi. Questo grazie ad un progetto partito in estate e realizzatosi con il passare delle settimane sino a materializzarsi sabato 11 aprile alle ore 18:00 circa, quando l’armata guidata da mister Salvatore Favasuli “Timogna” battendo il Marines presentatosi con il sangue agli occhi al comunale di Africo otteneva la matematica conquista della promozione.
Negli anni si sono viste molte squadre vincere molti campionati, ma quello che quest’anno si è verificato ad Africo è una storia da libro cuore, sin dall’estate si è registrato, calcisticamente parlando un “ritorno in patria” di alcuni “talenti africesi” che negli ultimi 10-15 anni avevano scritto tante storie calcistiche e avevano fatto le fortune di tante corazzate ammazza campionato. Sin dalle prime battute della prima partita di campionato quest’anno ammirando la squadra dalla tribuna si capiva che i ruoli gerarchici dei vari calciatori si alternavano,si sono visti dei veterani come Domenico Morabito, Versace, Francesco Criaco “Capello” Leo Criaco “il capitano”Andrea Mollica e Leo Criaco “il principe del centrocampo” correre e lottare come dei fuoriquota affamati di Vittorie e si sono visti dei fuoriquota come Borrello e Leo Criaco 96 comportarsi da veterani con il piglio di chi sa di star scrivendo la storia ma non ne sente il peso, si è visto un pacchetto offensivo formato dal bomber “fiocchetto” Maviglia (capocannoniere del torneo con 23 reti) e da Carbone che ha letteralmente frantumato ogni ostacolo , si sono visti due portieri Antonazzo e Zangara che hanno dato sicurezza alla squadra, e soprattutto si è visto un pubblico numeroso, educato, corretto e rispettoso che per tutto il campionato ha incitato i propri beniamini, ha applaudito anche gli avversari e alla fine ha festeggiato con tutti i dirigenti tra i quali: l’avvocato Versace i signori Strati, Ferraro, Bonfà e Borrello il custode Giuseppe Riso, e con tutti i calciatori in piazza, la festa non si è ancora esaurita e che continuerà sino alla fine del campionato, quando si inizierà a programmare la prossima stagione.
Nel calcio ci sono gesti e imprese che per sempre rimarranno nel cuore nel cuore di chi li ha fatti e di chi li ha visti, e quest’anno ad Africo sugli spalti sono stati sempre presenti i bambini della scuola calcio i campioni del futuro della squadra di calcio del paese di quell’idea che non può morire Africo.