di Patrizia Massara Di Nallo (foto fonte web)
Il 18 ottobre ricorre l’anniversario della nascita del Venerabile FrateGesualdo Malacrinò.
All’Eremo dei Frati Cappuccini di Reggio Calabria è visibile una gigantografia e una statua in bronzo del Venerabile Frate, mentre la sua tomba è situata subito dopo l’entrata della chiesa, sulla destra, nel santuario, quindi, che custodisce anche la venerata effigie della Madonna della Consolazione.
Quest’anno, nella ricorrenza del terzo centenario della nascita del venerabile fra Gesualdo Malacrinò, la comunità dell’Eremo e i fedeli della città di Reggio Calabria celebreranno l’anniversario con appuntamenti e celebrazioni fino al 18 ottobre e nei giorni immediatamente successivi.
Giuseppe, Marco, Antonio, Luca nasce a Nasiti, frazione di Reggio Calabria, il 18 ottobre 1725 da Francesco Malacrinò e Saveria Melissari e due giorni dopo viene battezzato nella chiesa parrocchiale di san Nicolò o dei Bianchi a Reggio Calabria. I genitori di Giuseppe si ispirano costantemente al modello della famiglia di Nazareth, della cui luce si illuminano e a questa scuola esemplare il piccolo Giuseppe si inebria l’anima. Dal padre (nobile patrizio e capitano della Reale Torre del Cugliari, una delle tantissime sparse lungo la costiera reggina) e dalla madre (umile casalinga), eredita l’umiltà, la semplicità, la prudenza e il totale abbandono alla volontà provvidenziale e misericordiosa del Padre, perché i genitori costruirono la loro casa come una “piccola chiesa domestica”, dove la preghiera e le opere di carità eccellevano sia per qualità che per quantità.
Raggiunta l’età scolareinizia a frequentare l’Oratorio dei Fratelli di Gesù e di Maria, e incontra il giovane chierico filippino, Salvatore Votano, con il quale stringe un importante legame spirituale e amicale, e spesso corre in chiesa per star in compagnia di Gesù Eucaristia e prepararsi alla Prima Comunione. A 8 anni, il 20 settembre 1733, riceve il sacramento della Cresima, nella Cattedrale di Reggio Calabria, e decide di intraprendere la via del sacerdozio. E’don Domenico Barilla, canonico e rettore del Seminario Diocesano, che lo accoglie e lo veste dell’abito clericale, ma non gli basta diventare sacerdote soltanto, bensì sacerdote e religioso: un grande dono che esige la radicale rinuncia ai beni ed agli affetti terreni per dedicarsi interamente al servizio del Regno di Dio. Un giorno, mentre ritorna a casa, incontra due frati cappuccini, che, ricurvi sotto il peso della bisaccia stracolma di carità, con il viso grondante sudore per il gran caldo, con i piedi spaccati per il lungo camminare e con negli occhi il canto della perfetta letizia, risalgono faticosamente, il letto del torrente Caserta per rientrare in convento. Considerando questa la risposta del Signore,dopo qualche settimana, appena compiuto i 15 anni, bussa alla porta del convento dell’Immacolata Concezione.Il Ministro Provinciale, padre Ilarione da Feroleto, lo manda al noviziato presso il convento di Fiumara di Muro e il 5 novembre 1740 il Frate indossa i ruvidi panni dei Cappuccini, gli viene consegnata la Regola del poverello d’Assisi e assume il nuovo nome di Fra’Gesualdo da Reggio Calabria. Diventa, come afferma P. G. Raimondo, il modello «non solo del perfetto novizio, ma addirittura del perfetto religioso cappuccino».
Terminato il noviziato, viene inviato nel convento dell’Immacolata Concezione di Reggio per maturarsi negli studi che preparano al sacerdozio, sotto la sapiente guida di padre Ludovico da Reggio. Oltre alle materie filosofiche e teologiche, familiarizza con la matematica, la fisica sperimentale, la storia civile ed ecclesiastica, la lingua greca, ebraica, siriaca, francese, spagnola e tedesca, arricchendo queste materie con un criterio di critica scientifica che gli consente di riscriverne i testi secondo una metodologia originale ed innovativa rispetto ai programmi ed agli studi tradizionali. Gli viene conferito, nel 1746, il mandato di insegnare filosofia e scienze affini presso lo Studentato di Reggio Calabria, ma ben presto si accorge che non intende sacrificare il ministero diaconale della catechesi, dell’annuncio della Parola biblica e della carità verso i poveri, i malati ed i carcerati, mentre i Superiori, constatando il suo eccezionale spessore culturale, chiedono ed ottengono che venga ordinato sacerdote, nonostante non abbia raggiunto l’età canonica. Il giorno della presentazione della Beata Vergine al Tempio, nel 1748, riceve l’ordinazione sacerdotale, e nel 1752 presenta al Ministro provinciale le dimissioni dall’insegnamento. Intanto le sue condizioni di salute consigliano i Superiori a mandarlo nel vicino convento di Scilla e qui si dedica alla preghiera vocale e mentale dedicandosi con grande zelo al ministero della predicazione, della confessione e della direzione attendendo, quindi, anche alla formazione dei conventi di ritiro. Prodigi e segni sono riportati fra le testimonianze nel libro del processo di beatificazione: la profezia del terremoto del 1783 e la doppia traversata dello stretto di Messina con fra Mansueto sul proprio mantello per andare a predicare nella Cattedrale. Rifiuta la nomina a Vescovo di Martorano nel 1792, ma, per il voto di obbedienza, non può sottrarsi ad accettare quella di Ministro Provinciale nel 1801. Muore il 28 gennaio 1803, all’età di 78 anni, nel convento della Madonna della Consolazione in Reggio Calabria.
Negli anni 1855-1867 nella Curia di Reggio Calabria vengono introdotti i processi ordinari informativi che vengono aperti anche a Roma il 4 giugno dello stesso anno, mentre Pio IX, il 27 aprile 1871, segna la Commissione dell’Introduzione della causa. I Processi Apostolici sulle virtù sono costruiti negli anni 1883-1897 e il 2 aprile 1982 viene emanato il decreto di riconoscimento dell’eroicità delle virtù teologali, cardinali e annesse .Serve ora un miracolo perchè venga dichiarato beato.
Padre Giuseppe Sinopoli nel libro La Madonna della Consolazione. I frati cappuccini e il popolo reggino, scrive: «Nel corso dell’anno, infatti, sono tantissime le persone che, direttamente o tramite i familiari, chiedono di toccare il lenzuolo o il bastone del padre, affidandosi con confidente fervore alla sua intercessione per ottenere da Dio la grazia della guarigione per sé o per il loro congiunto. Alcune di esse serbano questo momento confidenziale nell’intimità della propria riservatezza, mentre altre lo manifestano come segno di speranza e di gratitudine su carta, servendosi del Registro posto a lato della tomba».
( Fonte “ Madonna della Consolazione. com)













