di Domenica Bumbaca
È partito tutto da una chiacchierata telefonica. Scambio di messaggi, di pensieri e da lì comprendi che Jessica ha tanto da raccontarci, nonostante la sua età giovane e la sua riservatezza. È alla sua prima esperienza con il libro “Ambra”, un romanzo che la logopedista locrese che oggi vive in Germania, definisce “un mix di emozioni pagina dopo pagina…”Le pagine di un avvolgente storia che racconta la storia di una donna fragile che però dimostra al momento giusto la determinazione di una mamma, ritrovandosi a fare delle scelte con e per la sua Ambra, proprio lei la protagonista principale.
Jessica ci racconta cosa l’ha spinta a scrivere un libro.
«Nell’arco della giornata, ognuno di noi deve svolgere le attività più svariate che incidono sul tempo da dedicare alla lettura. Quando sono completamente coinvolta in una storia, mi può capitare di rimanere attaccata alla trama anche senza avere il libro davanti: immagino il passo successivo o la prosecuzione del dialogo lasciato a metà. “Ambra” è nata perché, invece di fantasticare sui personaggi creati da altre “penne”, ho iniziato a immaginare il personaggio di Eleonora nella prima scena descritta nel romanzo. Dopo qualche giorno, si sono palesate altre situazioni e “ho fatto conoscenza” con gli altri personaggi. Così per necessità, ho preso un foglio e una penna: le parole sono diventate reali e, in un secondo momento, digitali».
-Cosa vuoi raccontare?
Nel momento in cui veniamo al mondo siamo chiamati a ricoprire dei ruoli: figlio, nipote, fratello, cugino… Le scuole, la società e la vita in generale aiutano la formazione della cultura, ma le esperienze più belle nascono o si rafforzano grazie alla famiglia.La mia fantasia ha sempre riconosciuto in Ambra la protagonista principale. Lei è una bambina di cinque anni, questo mi ha permesso di mantenere la concentrazione sui legami che esistono nell’ambito familiare. In fin dei conti si è in grado di scrivere solo ciò che si conosce veramente.
-Chi è Eleonora?
Ai tempi di un mondo dove le donne lottano per i propri diritti ma spesso la società si ritrova a raccontare di soprusi.Eleonora è una ragazza come tante. Ha mosso i primi passi all’interno della famiglia che l’ha amata incondizionatamente. Ha seguito gli schemi imposti dalla crescita, riuscendo a coltivare la sua passione fino a trasformarla in attività professionale: l’arte.Sicuramente le “coccole familiari” sono state fondamentali nel suo percorso vita, ma è pure vero che non ha vissuto esperienze fortemente traumatiche. Durante tutta la stesura ho seguito lo schema dell’equilibrio: i genitori sono il poliziotto buono e quello “cattivo”, condividono con noi la nascita e la morte, insoddisfazioni e successi, esperienze positive e negative, gioia e dolore. Senza tralasciare il significato contenuto nel simbolo cinese del Tao: lo Yang si può trasformare in Yin, e lo Yin si può trasformare in Yang.
C’è qualcosa di autobiografico?
Le scene e fatti sono di pura fantasia. Le emozioni sono della realtà, condivise e provate non solo da me.
-Quali altri progetti per te in campo letterario?
Ho letto diverse recensioni di un best seller pubblicato alla fine degli anni Novanta, di cui ho appena acquistato una copia e non vedo l’ora di leggerlo.La mia “penna” non è completamente a riposo, la mia Fantasia aspetta il momento adatto per sfogarsi, ma i tempi non sono ancora maturi per distogliere completamente l’attenzione dalla mia figlioletta “Ambra”.