di Gianluca Albanese
CAULONIA – Il dramma di Leonilde, una giovane di inizio ‘900 richiusa in manicomio a Girifalco solo perché “disonorata” a seguito di una “fujitina”; quel filo sottile tra follia “imposta” e desiderio di una esistenza normale soffocato da una ultraquarantennale reclusione in mezzo ai quelli che Oscar Greco, in un suo saggio edito da Rubbettino, definì “I demoni del Mezzogiorno”.
E’ stato questo il tema della rappresentazione teatrale “Una spina nella carne”, scritta diretta e interpretata da Francesca Ritrovato e messa in scena ieri sera al teatro “FuoriSquadro” di piazza Seggio a Caulonia, con le musiche dal vivo eseguite da Fabio Macagnino.
Lo spettacolo, organizzato dal teatro di Anghiari e dall’associazione culturale “U Catojiu” in collaborazione con l’archivio dell’ospedale psichiatrico di Girifalco (dal quale l’attrice, originaria proprio di Girifalco e che ora vive e lavora nel centro Italia dopo una lunga permanenza a Roma e a Parigi), prende spunto proprio dalla cartella (vuota) intestata a Leonilde e rinvenuta durante le ricerche compiute, risulta particolarmente efficace nell’interpretazione della Ritrovato, impreziosita dalle musiche eseguite dal vivo da Fabio Macagnino, che ha cantato alcuni dei suoi brani più toccanti tra cui “Mpernu”.
Insomma, una bella serata che ha permesso, tra l’altro, di conoscere a molti la realtà del teatro “FuoriSquadro” diretto da Francesco D’Aquino, fatto di passione, disciplina ed entusiasmo. Insomma, un teatro autentico anche (e perché) fuori dai circuiti “mainstream”.