di Gianluca Albanese
SIDERNO – Ore 23. Uno squillo sul cellulare del sindaco Fuda getta un brivido di gelo nel corso dell’afosa serata della villa comunale, laddove si tiene l’ormai tradizionale incontro tra l’amministrazione comunale la stampa. Il sindaco non risponde, per completare la risposta alla domanda rivoltagli dallo scrivente. C’è tempo e spazio per la domanda successiva, rivolta al vice sindaco Anna Romeo. Fuda si alza, abbandona il palchetto e va a rispondere perché il cellulare squilla di nuovo. Rientra dopo qualche secondo per strappare il microfono al suo vice e annunciare pubblicamente che «Mi è arrivata via telefono la notizia che il consiglio comunale e’ stato sciolto».
La villa cambia temperie. Volti scuri tra i numerosi presenti.
Anna Romeo si sfoga dopo aver premesso che «Questa notizia arriva nel giorno del 30′ anniversario della morte di mio padre. La cosa che mi fa più male e’ che proprio in questo giorno un Dpr mette nero su bianco che sua figlia ha fatto parte di un’amministrazione infiltrata dalla ‘ndrangheta. Non lo posso accettare perché so chi sono io e chi sono i miei colleghi di amministrazione. Vi ricordate – dice rivolgendosi al pubblico – come era Siderno anni fa? E come è adesso?».
Fuda, che da tempo aveva preannunciato ricorso, tira fuori un elenco dettagliato di opere fatte.
La capogruppo di Fattore Comune Rita Commisso si lascia andare a uno sfogo amaro. «Auguri a Siderno per il suo futuro. Ora saranno contenti tutti quei leoni da tastiera che hanno sparso cattiverie sui social network».
Cosimo D’Agostino propone l’istituzione di un comitato che controlli l’attività della commissione straordinaria che s’insedierà.
Dopo l’amarezza espressa dal cittadino Luigi Brugnano, che ha detto che «Questa normativa ci lascia sconcertati e bene ha fatto il sindaco a ribellarsi agli errori delle precedenti commissioni straordinarie. So che è un uomo battagliero e non si arrende e non alzerà bandiera bianca. Non dividiamoci come comunità in questo momento e riflettiamo su tutti i risultati ottenuti in questi ultimissimi anni. Non perdo la fiducia», Luciano Futia parte da un punto preliminare. «Conosco gli assessori – ha detto – e so che non sono minimamente mafiosi. È la normativa che è scellerata perché gli amministratori pagano scelte non proprie».
Fuda conclude: «Stai tranquillo che non hanno trovato niente. Io farò ricorso e poi altre denunce. L’udienza di discussione della richiesta di risarcimento alla vecchia Commissione straordinaria e’ stata fissata per il 5 settembre. Vedremo. Intanto non ci agitiamo e non perdiamo la calma che non serve a nulla».
Certo che – aggiungiamo noi – nemmeno il regista o lo scrittore di noir più cupi avrebbe immaginato un finale così.