Più che la “new wave” della letteratura calabrese, “Lumache” (2018, Città del Sole edizioni), il nuovo romanzo di Anton.francesco Milicia e Antonio Tassone, rappresenta le “new vave”. Sono le vave, appunto, il filo conduttore di questo avvincente narrato ambientato nella Locride in cui ironia, mistero, sesso e potere formano un tutt’uno armonico e appassionante, dalla prima all’ultima delle 480 pagine.
In realtà, sembrano due romanzi in uno: la prima parte, infatti, ripercorre le vicende di un paesotto di mare – “Lumache”, appunto – che ricorda la “Piccola città eterna” di Ligabue o, nell’accezione meno benevola, la “Piccola città, bastardo posto” di Guccini; nella seconda, invece, la storia assume i contorni di un noir senza sconti, in cui un personaggio apparentemente di secondo piano nella prima parte del romanzo, diviene protagonista assoluto e risolve, con caparbietà e un pizzico di fortuna, un caso particolarmente intricato.
Già, perché a Lumache non ci sono sono le vave, le tresche, i pettegolezzi e i retroscena tipici dei posti in cui tutti conoscono tutti. No, ci sono anche omicidi inquietanti, intrighi politici, affari milionari e indagini della magistratura.
E se Antonio Tassone, al suo romanzo d’esordio, ci mette la tipica ironia pungente, fino ad immedesimarsi in uno dei personaggi del romanzo, Anton.francesco Milicia apporta la sua animanoir e la sua capacità narrativa già dimostrata ampiamente nei suoi tre precedenti romanzi, in cui una trama robusta e variegata trova efficacemente la sua sintesi conclusiva in cui tutti i protagonisti, apparentemente accantonati, tornano alla ribalta, ognuno col proprio destino.
E allora, lasciamo al lettore il piacere di farsi cullare dal ritmo lento della vita di “Lumache”, in cui c’è sempre tempo per scambiare due chiacchiere con l’ambizioso architetto, l’arrivista avvocatessa Ferrari, o per uno sguardo lanciato con concupiscenza alla provocante tabaccaia Daniela, sotto l’occhio vigile (benché strabico) di un calzolaio che dall’angolo della piazza principale tiene tutto e tutti sotto controllo, tra il pericolo di cannonate a un pasticcere fascista e le ingombranti incursioni del clochard Canigghia.
“Lumache” verrà presentato per la primissima volta domenica 15 luglio alle 19 nel giardino della biblioteca comunale di Siderno, grazie all’evento organizzato dallo spazio culturale “MAG. La ladra di libri” e dall’associazione “Amici del libro e della biblioteca”, che porgerà il saluto di benvenuto da parte del presidente Cosimo Pellegrino.
Gianluca Albanese dialogherà con gli autori.