di Gianluca Albanese
LOCRI – Ci sono scelte amministrative che, se da un lato vanno rispettate, dall’altro lasciano spazio a inquietanti interrogativi. Abbiamo appena dato la notizia che il Comune di Locri, di concerto col coordinamento della Locride di Libera, ha deciso di intitolare alcune vie cittadine ad altrettante vittime innocenti di mafia. La cerimonia avrà luogo il 27 marzo al palazzo della cultura, alla presenza di don Luigi Ciotti, insignito, un paio d’anni fa, della cittadinanza onoraria di Locri.
Tanto di cappello per la decisione, ma resta un unico grande interrogativo: come mai, in questa prima “infornata” d’intitolazioni di vie a vittime innocenti di mafia non c’è Massimiliano Carbone, il Ragazzo di Locri raggiunto da alcuni colpi di arma da fuoco sotto casa quindici anni fa mentre tornava da una partita di calcetto?
Massimiliano dal cuore grande, altruista e donatore di sangue, fondatore di una cooperativa (il cui lavoro oggi viene portato avanti dal fratello Davide) in cui sono stati impiegati giovani del posto, non meritava, forse, di essere tra i primissimi a essere ricordato con l’intitolazione di una strada di Locri?
Noi pensiamo di sì. Con tutto il cuore.
E se una vera e propria verità giudiziaria manca ancora, nel senso che al di là di alcune dichiarazioni di qualche collaboratore di giustizia che indica in maniera chiara movente e possibili mandanti dell’omicidio Carbone, i suoi familiari non hanno avuto giustizia, forse, il fatto che non si sia pensato a lui in questo primo gruppo di vittime innocenti di mafia alle quali intitolare le strade di Locri, sembra far pensare che ci siano vittime di serie A e vittime di serie B. Fonti interne a Libera riferiscono a Lente Locale che per ragioni burocratiche-amministrative pare che debba passare un determinato lasso di tempo tra un atto amministrativo e l’altro che delibera in tal senso.
Ma questi sono sofismi. Inutili tecnicismi che non possono esimere chi ha preso la decisione di intitolare queste vie dal dover rivolgere un doveroso – questo sì – pensiero a un ragazzo perbene che non meritava una fine simile.
E allora, se memoria dev’essere, che non sia “memoria con lo sterzo”. Lo ricordiamo a chi giorno 27 poserà davanti ai flash di fotografi e cineoperatori, col malcelato desiderio di ammantarsi di una legalità formale e di uno spirito antimafia che non va solo proclamato, ma anche e soprattutto praticato. Lo ricordiamo in particolare a don Ciotti, che conosce la storia di Massimiliano e il dolore dei suoi familiari. Auspichiamo che il fondatore di Libera lo faccia presente durante la manifestazione e rivolga un pensiero pubblico alla memoria di Massimiliano. Ragazzo di Locri ucciso a soli trent’anni perché colpevole di aver amato.
La via in cui abita la sua famiglia sarà intitolata a Gaetano Scirea, grande campione del mondo di calcio morto in un incidente stradale. Una scelta, che però, alla luce delle intitolazioni che saranno ufficializzate il 27, assume le sembianze di un autogol.