di Liberato Remigi
Una durissima presa di posizione è presente da due giorni fa sul profilo Facebook di una discoteca estiva di Locri.
La direzione de “Le Club”, senza mezzi termini, avverte l’utenza con il seguente comunicato: «Senza voler offendere la moralità e/o lo stile estroso di qualcuno, la direzione ribadisce che per la serata inaugurale, così come per tutto il resto della stagione estiva, verrà applicato un criterio rigido di selezione all’ingresso, tenendo conto dell’abbigliamento, della coppia all’ingresso e della capienza massima consentita del locale». Poi, sempre la direzione del locale, affonda il colpo con una precisazione che tratteggia sartorialmente il profilo della persona indesiderata: «Siamo degnamente e caparbiamente schierati contro ogni forma di razzismo e discriminazione, ma, nonostante ciò, diciamo fermamente no ai doppi tagli ed alle magliettine sbriluccicose».
Un passaggio epocale questo che rievoca una vecchia storia, quella lotta di classe tra lo snob e il tamarro. Un’antinomia che evidentemente è stata tollerata per parecchi lustri di convivenza più o meno pacifica all’interno die locali e che adesso assume tratti d’incompatibilità. E lo fa nell’era del tamarro, negli anni in cui quest’ultimo ha cambiato totalmente stile, passando dall’anello sul mignolo e il giubbotto di renna al doppio taglio di Genny Savastano e alle magliette seriali delle Crime story televisive.
Snob o tamarro, quale delle due mentalità ha più colpe nel sottosviluppo della Locride? Crediamo entrambi.
Entrambi spendono quattrini nei tavoli, entrambi spendono quattrini nell’abbigliamento, entrambi sono dei narcisi. C’è un punto che li differenzia: lo snob va al locale con la propria donna in comitiva mista, il tamarro in comitiva esclusivamente maschia. Lo scenario si evolve nel momento in cui, sotto gli effetti dell’alcol, i doppi tagli con le loro magliette sbriluccicose, invadono con prepotenza e arroganza gli spazi di quelli con gli abiti più sobri.
La storia degli ultimi quattro decenni ci dice per più elementi che lo snob è il male minore, ma forse non rappresenta la strada giusta. La Locride ha un’unica speranza: gli alternativi. Perché a differenza dei tamarri sono pacifici e senza ‘ndrine di riferimento sanguigno o ideologico e a differenza degli snob posano lo sguardo dove il mondo s’apre e non si chiude nei soliti salotti grigi come la malafede.