ASSOCIAZIONE ESCURSIONISTICA
“Gente in Aspromonte”
FEDERAZIONE ITALIANA ESCURSIONISMO
DAL PROGRAMMA ESCURSIONI 2018
Il Pettine dell’Aspromonte
(I Crinali)
Domenica 17 giugno
Il Crinale del Brigante
Itinerario Naturalistico Panoramico Storico ad anello
Percorreremo un suggestivo itinerario ad anello, che ci permetterà di gustare lo splendore di questo angolo di Serre ricco di storia, per scoprire attraverso una camminata alla “Pietra dell’Armi”, quei luoghi in cui la storia annovera la presenza di un nascondiglio del brigante Musolino, durante la sua trasferta a Gerocarne. Il luogo deve il suo nome al ritrovamento di alcune “armi” ( resti di asce e punte di lance risalenti al X sec. a.C.), oggi conservate nel museo archeologico di Vibo Valentia. Potremo godere della bellezza di luoghi impervi e un tempo inaccessibili che alle loro bellezze naturalistiche ed ambientali uniscono splendori di paesaggi e straordinarie architetture dalla natura. Al termine dell’escursione non ci lasceremo sfuggire la possibilità di apprezzare i manufatti in terracotta prodotti dai maestri vasai gerocarnesi, simbolo di un’antica tradizione artigianale che ancora resiste nel tempo e che riscuote il suo fascino in chiunque abbia la fortuna di assistere dal vivo alla modellazione dell’argilla.
Raduno ore:9.30 Parcheggio Rosarno ( Con la possibilità di viaggiare in Pulman vedendo la partecipazione)
COME ARRIVARE: DALL’AUTOSTRADA A3 SA/RC, USCITA SERRE,
SI PROSEGUE SULLA SS 182 DIREZIONE SORIANO CALABRO OVE SI IMBOCCA LA SP 60 DIREZIONE GEROCARNE.
RADUNO: ore 10.00 Gerocarne
Partenza escursione: ore 10.30
Il Crinale del Brigante
DIFFICOLTA’: E – Escursionistico – TEMPO: Ore 4.30
DISLIVELLO: 266 m t s.l.m. – 580 m t s.l.m.
COMUNI INTERESSATI: Gerocarne
DESCRIZIONE SENTIERO
Dalla piazza centrale dell’antico Borgo, dove troneggia la statua marmorea di Padre Vincenzo Idà ( prete di grande valore umano e religioso, che qui nacque nel 1909 da una famiglia semplice ed onesta), si dirama un dedalo di viuzze che si allargano verso le alture a ridosso dei due corsi d’acqua che delimitano l’abitato: la fiumara Morano da una parte e il S. Fili dall’altra, percorrendo via Berta, un breve tratto in salita presto ci porterà nei pressi di una piccola fontana in località “Gagliolo”, da qui inizia il percorso tra antichi coltivi, qui denominate “angre”, che costeggiano il corso della fiumara Morano, le cui acque oltre che per fini agricoli vengono utilizzate per produrre energia elettrica, difatti, nei pressi sorge una piccola centrale ed un invaso d’acqua. Il sentiero s’inoltra nel bosco cosparso da imponenti piante di sambuco e ciuffi di achillea e bardana, un ponte in legno impreziosisce questo tratto della fiumara che ci condurrà dolcemente verso la nostra prima meta: “la pietra della armi” che sovrasta le sponde della fiumara creando salti d’acqua fragorosi e suggestivi. In questi luoghi sono stati rinvenuti importanti resti archeologici del X sec. a. C., il fascino di alcune cavità nella roccia granitica fanno pensare ad antichissime dimore, segni di grotte sono facilmente visibili su una delle pareti che delimita la fiumara, da dove sgorga anche una sorgiva d’acqua fresca. Il luogo, dove sorge anche un’area pic-nic, ricorda la presenza in queste contrade del brigante Giuseppe Musolino che dall’Aspromonte s’inoltrò fino alle Serre per compiere l’ultimo atto della sua vendetta: l’uccisione di Stefano Zoccoli. Si prosegue in leggera risalita verso il punto panoramico della casermetta di Castania, da qui l’orizzonte è segnato da Monte Poro alla nostra destra, mentre il grande bacino imbrifero della Valle del Mesima abbraccia tutta la costa, il Golfo di Lamezia in lontananza chiude, verso nord, il palcoscenico di questo magnifico scenario naturale delle Serre Vibonesi. Il bosco di querce di S. Fili, cosi come in altri luoghi della Calabria, ha rappresentato un importante risorsa per l’economia del territorio, intensa è stata la produzione del carbone vegetale, ma le querce con i loro frutti servivano anche per alimentare i suini che si allevavano in queste contrade, studiosi locali, infatti, deducono che l’etimo”gerocarne” derivi proprio dalla diffusa attività di allevamenti in questi luoghi già in epoca romana, il Rohlfs, invece, dice che ciò possa derivare dalla presenza in questa area di discendenti di famiglie greche detti “jerakaris”. Il territorio mantiene, ancora, una sua precisa identità agricola e artigianale, i conventi monastici (famoso quello di Soriano) e le strutture militari di epoca normanno-sveva e murattiana caratterizzano questo entroterra delle Serre vibonesi ed i suoi contrafforti di montagna e lungo la costa. Rientreremo verso l’antico Borgo seguendo la sterrata e la strada Ariola – Gerocarne.
I Vasai
Alla fine del nostro percorso potremo apprezzare ancora di più l’identità di questi luoghi visitando le antiche dimore in pietra,dove ancora è viva la produzione di vasi di terracotta. Cosi come antica è la presenza di cestai, anche l’arte dei vasai è stata acquisita durante secoli di esperienza, i giovani hanno acquisito oramai l’arte dai loro padri, tramandata dai loro nonni. Avremo modo, quindi, di vedere all’opera questi giovani artisti che plasmano con le proprie mani l’argilla che estraggono nei pendii delle loro valli. Attraverso l’uso di vecchi tornii a pedale le mani dei vasai materializzano un oggetto dal nulla, quasi in modo magico il movimento ipnotico delle loro dita darà forma ad oggetti che orneranno i nostri salotti o verranno usati per preparare prelibati cibi nelle nostre cucine. Gli antichi forni, ancora esistenti, riscaldati da fascine di rami di querce o di castagno, renderanno, in una fase successiva della lavorazione, più vivi i colori rossi dei numerosi e diversificati oggetti in terracotta.