di Redazione
SIDERNO-Un interessante incontro-dibattito dal titolo “ Bullismo e cyberbullismo” si è svolto, prima della pausa natalizia, presso l’Aula Magna dell’Istituto Professionale per l’Industria e l’Artigianato di Siderno, organizzato dall’Associazione Onlus “I valori della Vita”, grazie all’interessamento dei referenti locali della suddetta Associazione, Decio Tortora e Marilena Romeo, in collaborazione con il Dipartimento per la Giustizia Minorile e precisamente con l’Ufficio del Servizio Sociale per i minorenni (USSM) di Reggio Calabria.
Relatrice è stata la dott.ssa Maria Giuseppa Garreffa, Direttrice dell’USSM, la quale ha tenuto desta l’attenzione degli studenti sulle delicate problematiche connesse all’uso improprio degli strumenti elettronici e dei social network (ad esempio: facebook, chat di messagistica istantanea come whatsapp, sms, mms, foto, video, email, siti web), attraverso i quali, come purtroppo spesso evidenziato da fatti di cronaca riportati dalla stampa nazionale, si possono realizzare condotte offensive e/o aggressive a danno di adolescenti incapaci di difendersi. In particolare, nella forma più insidiosa del “cyberbullismo”, è stato evidenziato come i cyberbulli, avvalendosi dell’anonimato, in modo che la potenziale vittima non sappia con chi sta interagendo, riescano a perpetrare condotte ancor più lesive di quanto possa accadere nella vita reale, giacchè, in assenza di reazioni visibili da parte della vittima che possano consentire al cyberbullo di vedere gli effetti delle proprie azioni, si possono perpetrare gravi violazioni di legge. In sostanza, mentre il fenomeno del “bullismo” si caratterizza per il comportamento del bullo teso a “dominare”, nelle relazioni interpersonali, attraverso il contatto diretto con la vittima, nell’ambito del “cyberbullismo” si riscontra la consapevolezza di “invisibilità” da parte del cyberbullo, attraverso azioni che si celano dietro l’uso dello strumento tecnologico. Il cyberbullismo è, in parole povere, un comportamento prevaricatorio, intenzionale, messo in atto da un singolo e da un gruppo, che si espleta però attraverso l’uso di mezzi elettronici: smartphone, tablet, pc, ecc.
Come nel bullismo tradizionale, il prevaricatore intende prendere di mira chi è ritenuto “diverso“, solitamente per aspetto estetico, timidezza, orientamento sessuale o politico, abbigliamento ritenuto non convenzionale o non in linea con l’orientamento o con la moda prevalente del momento Gli esiti di tali molestie sono, com’è possibile immaginare, il venir meno di qualsivoglia volontà di aggregazione ed il conseguente isolamento della vittima, implicando esso, a sua volta, danni psicologici non indifferenti.
Nel dibattito che ne è scaturito, dopo la relazione e la proiezione di alcuni filmati esplicativi, è stato sottolineato il fatto che, troppo spesso, la linea di demarcazione tra condotte lecite ed illecite non appare di facile individuazione, se non vi è a monte una corretta attività di prevenzione, finalizzata a rendere consapevoli gli adolescenti della grande differenza esistente tra scherzo e bullismo e a trovare il giusto equilibrio tra sanzioni e prevenzione. Un ruolo importante in tal senso deve essere svolto dagli insegnanti, che hanno, a riguardo, una grande responsabilità insieme alle famiglie, con le quali bisogna operare in stretta collaborazione.
Al termine dell’incontro, il Dirigente Scolastico Gaetano Pedullà, nel ringraziare la Dirigente dell’Ufficio di servizio sociale per i minorenni di Reggio Calabria, per il prezioso e qualificato contributo offerto alla Scuola, ha auspicato una sempre più stretta collaborazione con Enti ed Associazioni che, come l’Ufficio del servizio sociale per i minorenni di Reggio Calabria e l’Associazione Onlus “I valori della Vita”, dimostrano professionalità e disponibilità nel supportare l’I.P.S.I.A. nell’attuazione delle iniziative e dei percorsi di Educazione alla Legalità promossi dai Docenti dell’Istituto.