R. & P.
Prima c’è stato il saccheggio delle Aziende Sanitarie Locali, poi il saccheggio si è esteso su base provinciale.
Tutto ciò è stato perpetrato per anni sulle spalle degli incolpevoli cittadini che oggi pagano pesanti e drammatiche conseguenze.
Una sanità pubblica “volutamente” senza regole e organizzazione che si è letteralmente disintegrata.
Anni di ruberie, abusi e mala gestio.
Sembra, in modo abbastanza evidente, che sulla sanità pubblica in provincia di Reggio Calabria sia passato Attila!
Invece, in un “anomalo” percorso parallelo, abbiamo avuto una sanità privata – foraggiata con risorse pubbliche – importante, imponente e con strutture e attrezzature all’avanguardia da fare invidia anche alle potenti strutture sanitarie del nord Italia.
Spesso, purtroppo, tale sistema non è stato complementare, per come avrebbe dovuto, a quello pubblico, ma lo ha letteralmente assorbito.
Interi reparti ospedalieri sono stati azzerati e parallelamente sono proliferate le strutture private tecnologicamente avanzate.
In alcuni casi è emersa una sanità privata “malata” e gestita da un paio di abili Re Mida che sono stati bravi nel farsi pagare più volte le stesse prestazioni sanitarie. Un vero e incredibile latrocinio!
Una sanità privata che, con l’avallo e la malafede degli amministratori di quella pubblica, ha sottratto risorse e servizi alla sanità pubblica e agli incolpevoli cittadini.
L’inevitabile dissesto finanziario richiesto giustamente dai commissari apre oggi scenari inquietanti e pesanti sia nel settore pubblico che in quello privato, dove ci sono anche tantissimi validi e onesti imprenditori vittime anch’essi di un sistema contorto e spregiudicato.
Davanti a tale scempio e, soprattutto, davanti ad anni di disservizi patiti dai cittadini, nessun politico di rango elevato si è scandalizzato e si è indignato e, soprattutto, nessuno ha annunciato la “marcia su Roma” per difendere i cittadini da tali noti soprusi.
Oggi, però, si grida allo scandalo per il dissesto e si annuncia l’invasione di Roma.
Tutto è purtroppo avvenuto con il sostegno indegno di quella politica che oggi manifesta rabbia per la dichiarazione di dissesto finanziario dell’Asp che ha accumulato, per quanto sopra detto, un debito superiore ai 400 milioni di euro.
Tutto ciò andava impedito. Recriminare oggi non serve. Chi lo fa é demagogo e ipocrita.
Ora dobbiamo solo sperare in una riorganizzazione che garantisca servizi adeguati ai cittadini desiderosi di avere strutture ospedaliere e sanitarie pubbliche adeguate e funzionanti e una sanità privata che continui a funzionare in modo complementare e senza sottrarre più risorse al servizio sanitario pubblico.
È fondamentale creare la giusta sinergia tra chi ha realmente a cuore le sorti dei nostri ospedali.
Anche la recente nomina del vice prefetto Sergio Raimondo, quale delegato per l’ospedale di Locri, deve essere intesa in modo positivo sapendo che si può avere un riferimento certo con il quale poter costruire e condividere un nuovo percorso.
Non si può e non si deve mollare. Oggi più che mai è fondamentale continuare a credere che il rilancio sia ancora possibile.
La partita è ancora aperta. Noi abbiamo il dovere di essere positivi attori protagonisti.
Non molliamo!
É singolare come il giudizio del sindaco sul dissesto cambi quando parla del proprio oppure quando parla di quello altrui. Il primo pare non esista, il secondo invece un grave problema. Doppia morale tipica di una certa destra.