di Simona Masciaga
SIDERNO – “Poesia pura accompagnata da dolci melodie, racconti di vita quotidiana che riaffiorano alla memoria, sulla pelle, negli occhi e nelle narici: odori forti che quando li avverti, il passato torna alla mente ancora vivo, fresco, immanente che fa di te l’uomo che oggi sei, e, tu come un menestrello ne racconti la bellezza”.
Questo è ciò che è racchiuso nel CD “ Conserve” di Salvatore Calabrese presentato ieri alla libreria MAG “ La ladra di libri” a Siderno. L’artista, Calabrese di nome e di fatto, ha entusiasmato il pubblico proponendo alcuni brani inediti accompagnandoli con dei brevi e profondi racconti da lui stesso scritti e conservati metaforicamente in un barattolo di vetro.
Già noto nel mondo della musica e del teatro come contrabassista ( ha lavorato con Mariella Nava, Anna Mazzamauro e altri), l’autore dopo aver vinto il timore del giudizio altrui, è riuscito, aggiungo egregiamente, a dare vita a una sua opera musicale in cui racchiude la sua vita, la sua infanzia, il suo passato di uomo e artista che lo ha formato sia come persona ricca di valori umani e sociali che come musicista pronto a trasmettere attraverso il linguaggio internazionale della musica ogni singola sfumatura ed emozione della vita.
“ Conserve”, proprio da conservare, mantenere chiuso in sé e per sé un tesoro incommensurabile, unico, indefinito e indefinibile per grandezza : un “barattolo” di ricordi ed emozioni pronto per essere aperto solo quando a tavola i commensali sono degni e meritevoli di condividerne il contenuto, il gusto e il piacere di ciò che con lavoro, fatica, entusiasmo e gioia si è messo da parte per le grandi occasioni.
Simpaticamente, Calabrese ha narrato, strappando sorrisi, il rituale della preparazione della conserva di pomodori da lui ironicamente chiamata “Trincea rossa”: lo svegliarsi alle sei del mattino, i pentoloni bollenti, le proteste e le scuse sue e dei suoi fratelli pur sapendo di non potersi sottrarre a quell’incombenza già programmata, a quel rituale sacro e obbligatorio voluto dalla madre e dalla nonna, figure centrali nella vita dell’autore. Sapori antichi ricchi di cultura corredati da tenere ed incisive melodie che affascinano il pubblico attento e sensibile: una musicalità poetica che tramanda tradizioni, suscita emozioni e trasmette passionalità.
Un plauso per ciò che ieri è stato proposto va a Maria Antonella Gozzi e a Gianluca Albanese che, in quella piccola grande realtà, quale è MAG, riescono ad individuare ed offrire personaggi (locali e non), capaci, validi, positivi con lo scopo chiaro e lampante di far emergere “Quella gente”, “quella Calabria” pulita, onesta e laboriosa detentrice di un bagaglio culturale unico, sensibile socialmente e pronta al futuro: professionalità e competenza in un clima familiare dove chiunque può esprimersi e vivere momenti di alto contenuto culturale e comunicativo.