di Gianluca Albanese
SIDERNO – E’ stato pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione Calabria numero 3 di ieri, 13 gennaio 2017, lo Statuto della Città Metropolitana di Reggio Calabria, che vi invitiamo a scaricare al seguente link: http://burc.regione.calabria.it/eBurcWeb/publicContent/home/index.iface.
E’ stato, come si ricorderà, approvato dalla Conferenza Metropolitana (l’organo della Città Metropolitana che comprende tutti i sindaci dei Comuni che ne fanno parte) con la deliberazione n° 1 dello scorso 29 dicembre. Si tratta dello strumento normativo fondamentale del nuovo soggetto istituzionale, il cui Consiglio Metropolitano (di cui fanno parte, tra gli altri, il sindaco di Gioiosa Ionica Salvatore Fuda e il vicesindaco di Caulonia Kety Belcastro) è stato eletto lo scorso mese di agosto dai consiglieri comunali di tutti i comuni che ne fanno parte.
Lo Statuto disciplina il funzionamento dell’Ente (rimandando a regolamenti di futura approvazione le questioni inerenti il fuunzionamento) e definisce un quadro chiaro di funzioni e organi della Città Metropolitana, che sono molti di più rispetto alla vecchia Provincia.
Spulciando qua e là nello Statuto, che entrerà in vigore trenta giorni dopo la sua pubblicazione, apprendiamo, tra l’altro, che «Il Piano strategico della Città metropolitana costituisce l’atto di indirizzo e di programmazione per lo sviluppo di carattere sociale, economico e ambientale del territorio metropolitano, nonché per l’esercizio delle funzioni dei Comuni e delle Unioni di Comuni, anche in relazione a quelle delegate o attribuite dalla Regione» ed esso è «adottato e aggiornato annualmente dal Consiglio metropolitano, tenuto conto degli indirizzi della Conferenza metropolitana condivisi con le zone omogenee. Esso definisce gli obiettivi generali, settoriali e trasversali di sviluppo per l’area metropolitana, individuando le priorità di intervento, le risorse necessarie al loro perseguimento, i tempi e il metodo di attuazione».
Il territorio della Città Metropolitana sarà ambito territoriale ottimale per il governo del ciclo integrato dell’acqua e dei rifiuti, e «d’intesa con i Comuni, può esercitare le funzioni di predisposizione dei documenti di gara, di stazione appaltante, di monitoraggio dei contratti di servizio e di organizzazione di concorsi e procedure selettive».
Tra le infrastrutture viarie strategiche, come abbiamo appreso da qualche nota stampa di giubilo diffusa da alcuni sindaci locridei, cui sono la Statale 106 Ionica, la Strada di Grande Comunicazione “Ionio Tirreno” e quella che è stata definita “La realizzanda strada Bovalino-Bagnara».
Verranno mantenuti gli attuali uffici decentrati di Locri e di Palmi «con servizi multiforme» e, tra le zone omogenee, sono state riconosciute, tra le altre, la Locride e l’area aspromontana.
Le zone omogenee, come ricorda l’articolo 39 dello Statuto «Rappresentano l’ambito favorevole per l’organizzazione in forma associata di servizi comunali e per l’esercizio delegato di funzioni di competenza metropolitana» e «Esprimono pareri sugli atti del Consiglio metropolitano che le riguardano specificatamente e partecipano alla formazione condivisa del Piano Strategico e del Piano Territoriale metropolitano, secondo le modalità stabilite dallo Statuto e dal regolamento sulle zone omogenee».
Fin qui alcuni punti di particolare interesse.
C’è spazio, ora, per alcune riflessioni.
La prima riguarda il fatto che si sia approvato lo Statuto solo dopo quattro mesi dall’elezione del Consiglio Metropolitano e ora, come prevede l’articolo 45 dello stesso, dedicato alle disposizioni transitorie, ci sono altri 180 giorni di tempo dall’entrata in vigore dello Statuto per approvare i regolamenti, quelli che disciplinano concretamente l’attività dell’Ente e delle sue articolazioni territoriali, in primis le aree omogenee. Insomma, l’operatività della Città Metropolitana è, di fatto, assai limitata per altri sei mesi, perché priva di regolamenti, così come l’attesa per l’approvazione dello Statuto ha reso, di fatto, privo di margini di funzionalità il nuovo soggetto istituzionale. Vabbè che siamo all’inizio, però “regalare” dieci mesi di attività ridotta dalla mancanza di strumenti normativi appare un po’ troppo per un territorio come il nostro che invece ha bisogno di risposte concrete.
La seconda riguarda l’elenco dei Comuni rappresentati nella riunione della Conferenza Metropolitana in cui è stato approvato lo Statuto.
Il voto negativo è stato uno solo, ovvero quello di Polistena. Tutti gli altri sindaci (o loro delegati) presenti, invece, hanno votato Si’ all’approvazione. Ma molti erano assenti, tanto che si sono espressi in maniera favorevole “solo” 54 Comuni sui 97 della Conferenza Metropolitana, in rappresentanza di una popolazione totale del 70,74%.
Non proprio un plebiscito, dunque, per il sindaco Falcomatà (nella foto) e per il Consiglio Metropolitano.
E tra gli assenti, tra i Comuni che non hanno inteso esprimere il voto, facendo mancare di fatto, pezzi importanti di popolazione metropolitana – manco a dirlo – parecchi erano della Locride.
Non hanno preso parte alla Conferenza Metropolitana e non hanno inviato alcun loro delegato, infatti, i sindaci di Agnana (Furfaro), Antonimina (Condelli), Ardore (Grenci), Bruzzano (Cuzzola), Camini (Alfarano), Caraffa del Bianco (Marrapodi), Ciminà (Polifroni), Gerace (Pezzimenti), Grotteria (Leoncini), Marina di Gioiosa (Vestito), Palizzi (Scerbo), Placanica (Condemi), Riace (Lucano), San Giovanni di Gerace (Vumbaca), Sant’Ilario dello Ionio (Brizzi, ex consigliere provinciale).
Insomma, 15 sindaci della Locride, più i commissari di Bovalino e San Luca, non hanno partecipato alla prima e finora unica riunione della Conferenza Metropolitana.
Non proprio un’accoglienza entusiastica per questo nuovo e importante soggetto istituzionale.