di Adelina B. Scorda
BOVALINO – Patrocinato dal movimento politico culturale Agave e dall’associazione nazionale avvocati, l’incontro dibattito sulle due posizioni che ruotano e animano il dibattito sul referendum costituzionale, ha subito la mancanza di Jole Santelli sostenitrice del No, presenza che a dire il vero avrebbe consentito un confronto dialettico più equo con il contrapposto SI rappresentato dal consigliere regionale Arturo Bova. Ad arricchire il dibattito, con una preparazione e una capacità espositiva propria di pochi Giacomo D’amico professore associato di diritto costituzionale presso l’Università di Messina.
È lui a prendere la parola dopo i saluti del dirigente scolastico Caterina Autelitano e di Vincenzo Maesano presidente di Agave.
L’incontro, infatti si è principalmente basato sull’importanza di discutere le diverse e contrapposte posizioni al fine di chiarire quelle zone d’ombra che a volte i dibattiti nazionali creano sulle specifiche realtà locali.
Partendo la punto saldo che il referendum costituzionale non è caratterizzato dal limite del quorum, in virtù del principio che già una maggioranza parlamentare ha approvato il disegno di revisione costituzionale, si approda grazie anche alla sapiente conduzione di Raffaella Rinaldis, a quelle che sono le posizioni, espresse dal consigliere Bova, che promuovono questo cambiamento, dopo il tentativo fallito del 2006 e la modifica del Titolo V nel 2001.
“È importante sottolineare – specifica Bova – l’importanza della rimodulazione del parlamento l’idea di una minore rappresentatività è errata, perché pur mancando l’elezione diretta sono sempre i cittadini che dalle urne eleggono il loro sindaci e i consiglieri regionali. Questa novità introdotta dal governo produrrebbe un maggiore controllo da parte del popolo elettore”.
Di visione completamente opposta Sabrina Rondinelli esponente del NO, che invece parla di un maggiore accentramento dei poteri dello Stato. A preoccupare la Rondinelli è poi il doppio incarico dato ai senatori consiglieri, oltre al passo indietro sull’autonomia regionale che spoglia le regioni di quelle competenze che dal 2001 aveva fatto proprie, grazie proprio alla modifica del titolo V della costituzione voluta dall’allora governo di sinistra.
Il dovere di votare no, asserisce la Rondinelli, cristallizza in chiusura del suo intervento quello che è l’orientamento di Forza Italia, lei interprete del pensiero dell’intero partito, almeno a livello regionale afferma: “Come calabrese ho l’obbligo e il dovere di non appoggiare una riforma che non ha avuto un appropriato discernimento nelle discussioni parlamentare e che è e rimane uno spot del governo Renzi, lo stesso presidente Mattarella ha asserito recentemente che la riforma costituzionale andrebbe rivista”.
Ma la discussione sul titolo V trova il giusto equilibrio nella disamina di Giacomo D’amico che chiarisce come né la riduzione né l’aumento delle competenze quanto la loro personalizzazione e differenziazione. Ciò che serve dunque per consegnare alle urne un voto consapevole è a parere di D’amico un giudizio di prevalenza che consideri aspetti positivi e negativi sulla base del quale esprimere il proprio voto.