DI SEGUITO I MESSAGGI PERVENUTI IN ORDINE CRONOLOGICO ALLA NOSTRA REDAZIONE, A SEGUITO DELLA NOTIZIA DELL’ARRESTO DEL SINDACO DI RIACE MIMMO LUCANO
L’arresto di Mimmo Lucano, sindaco del Comune di Riace, effettuato da parte della Guardia di Finanza su mandato della Procura della Repubblica di Locri, non fermerà un modello di accoglienza basato sul rispetto della dignità delle persone.
L’Unione Sindacale di Base esprime la massima solidarietà a un uomo che da anni lotta per la giustizia sociale e contro qualsiasi deriva razzista e discriminatoria.
Le inchieste giudiziarie a orologeria non possono sminuire l’importanza e l’efficacia del “modello Riace”, costruito da Mimmo Lucano nella massima trasparenza e senza alcun tornaconto personale.
USB è al fianco di sindaco Mimmo Lucano e della sua famiglia, perché la macchina salviniana è riuscita a colpire anche la compagna di Lucano con il divieto di dimora.
USB sarà a Riace il 6 ottobre per manifestare solidarietà e chiedere che giustizia sia fatta, contro accuse palesemente strumentali.
Reggio Calabria, 02.10.2018
Unione Sindacale di Base
Confederazione nazionale
———————————————————————————————————————-
Non si gioisce mai sulle altrui disgrazie né sulle tragedie umane ma quella riguardante il “Modello Riace” ricade in una tragedia annunciata, ed anche con lauto anticipo, e noi di Azione Identitaria ci preoccupammo di avvisare il signor Mimmo Lucano invitandolo, con l’invio del libro “Il Campo dei Santi”, a rivedere le sue convinzioni.
L’arresto di oggi è un ulteriore conferma del fallimento di tutta un’idea fortemente inculcata da sfruttatori prezzolati e fatta passare sotto forma umanitaria che nulla ha di umano se non il personale tornaconto economico.
Dove sono adesso i politici ferventi sostenitori del “Modello Riace” da Oliverio a Bova? Come si leveranno dall’attuale imbarazzo quei siti di informazione online che si precipitarono nella raccolta fondi per sostenere il Lucano? Cosa ci racconterà Pollichieni?
E’ soprattutto all’on Bova che va il mio pensiero, colui che accompagno’ come garante istituzionale l’indagato Mimmo Lucano davanti al GIP e che, invitato alla cautela da una nostra nota stampa in quanto presidente della Commissione regionale anti ndrangheta, si premuro’ di offenderci pur di non spiegare ai calabresi la sua posizione dal sapore ambiguo.
Si mettano adesso tutti la mano sulla coscienza gli ipocriti dell’accoglienza poiché inchieste come questa di oggi, Xenia, che segue alla Jhonny, ci saranno sempre e speriamo sempre piu’ numerose.
Non a caso rimarcammo la “non-risposta” del procuratore Gratteri alla manifestazione “Stelle del Sud 2017” tenutasi a Camigliatello nell’agosto dello scorso anno quando, di fronte alla domanda di un giornalista riguardo al modello Riace, si avvalse della facoltà di non rispondere. Una risposta più eloquente di mille discorsi.
Alla luce di quanto avvenuto oggi con l’arresto di Mimmo Lucano chiedo a gran voce le dimissioni dell’on.Arturo Bova perché rappresenta l’anti ndrangheta istituzionale ed ha dimostrato di non essere degno di tale carica.
Lucano adesso non è nessuno ma solo il primo dei 50 personaggi influenti arrestati.
Paola Turtoro
Portavoce regionale AZIONE IDENTITARIA CALABRIA
——————————————————————————————-
“Crederò in te più di prima. Qualcuno si porterà sulla conoscenza la vita di un uomo straordinario, io lo so che Mimmo non sopporterà questa vergogna, ora cerco parole per difenderlo ma mi rendo conto che non va più difeso, va amato come lui ama il prossimo”.
Questo è un twit lanciato da Beppe Fiorello interpreta della fiction girata a Riace “Tutto il mondo è paese”, ci sentiamo di farlo nostro in toto.
Che nella Locride in cui la ‘ndrangheta spadroneggia si arresti Domenico Lucano è paradossale. Quando il sindaco di Riace fu accusato di molteplici reati non esitammo a schierarci dalla parte del sindaco certi della sua innocenza. Oggi nelle parole del Gip ne troviamo la conferma, Lucano non avrebbe colpe. Ma nel corso delle indagini sarebbero emerse altre irregolarità che oggi hanno portato all’arresto del sindaco di Riace. Lucano viene accusato di avere cercato di impedire, senza nessun vantaggio personale o economico ma per un senso morale di giustizia che degli esseri umani finissero nel limbo della clandestinità. Invece di un premio per la sua umanità, in una Italia in cui cresce l’intolleranza e si restringono gli spazi di libertà, riceve le manette. Noi continuiamo a stare con l’Italia che si oppone alle leggi razziali e all’odio. Con i tanti amministratori che sul territorio combattono una pericolosa deriva xenofoba e razzista. Domenico Lucano è colpevole del reato di integrazione. A lui, a Riace e all’Italia che non si arrende la nostra incondizionata vicinanza e solidarietà. Lavoreremo caparbiamente ancora più di prima.
In queste ore lo sdegno per questo arresto sta diventando enorme, una valanga di messaggi e di prese di posizione in favore di Domenico Lucano: semplici cittadini, tutto il mondo dell’associazionismo, artisti, sindaci da tutta Italia. Restiamo Umani Restiamo uniti, perché ha da passare la nottata ma passerà.
Il Gruppo di Coordinamento Recosol
Li 2 ottobre 2018
——————————————————————————————-
«Siamo fiduciosi che presto verrà fatta chiarezza sulle accuse mosse al sindaco Mimmo Lucano, ma il modello Riace va difeso con forza. Si tratta di un esempio di buona accoglienza e integrazione a cui non vogliamo rinunciare e che anzi va replicato, come è già avvenuto in molti altri piccoli comuni italiani, proprio per stroncare il vero business illegale che ruota intorno a questo mondo. Non si strumentalizzi la vicenda giudiziaria per continuare a giocare in chiave elettorale e propagandistica sulla pelle dei disperati e ingannando gli italiani sui reali bisogni del Paese».
È questo il commento di Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente, e di Francesco Falcone, presidente di Legambiente Calabria, alla notizia dell’inchiesta della procura di Locri sui finanziamenti del Viminale e della Regione al Comune di Riace per i progetti destinati ai richiedenti asilo che ha portato all’arresto del primo cittadino.
«Non possono essere messe in discussione la forza ed il valore di quelle idee alla base di un modello elogiato in tutto il mondo che ha saputo coniugare l’accoglienza dei migranti e la rigenerazione sociale e territoriale, il recupero urbanistico e la definizione di nuova identità di un luogo altrimenti avviato verso lo spopolamento e il declino – proseguono Ciafani e Falcone -. Il dramma dell’immigrazione, lo ripetiamo, non si può risolvere alzando muri e barricate o chiudendo i porti, ma proprio preparandoci a un’accoglienza capace di coniugare sicurezza, integrazione, solidarietà, sviluppo locale e coesione sociale. È questa idea che va difesa strenuamente così come va sostenuto il modello Sprar (il sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati, ndr) che ha consentito di realizzare un programma di buona accoglienza, distribuito sul territorio, che ha superato tanti problemi del passato. Invece, il Decreto sicurezza approvato in Consiglio dei ministri, oltre ad avere evidenti profili di incostituzionalità, prevede il ridimensionamento degli Sprar, un errore imperdonabile frutto di una scelta ideologica e pericolosa che rischia di gettare l’Italia nel caos».
Dott.ssa Filomena Ierardi
Responsabile Comunicazione Legambiente Calabria
—————————————————————————————————-
“Non sono ovviamente a conoscenza dei dettagli dell’inchiesta che ha portato all’arresto di Mimmo Lucano, tranne quello che trapela in queste ore sugli organi dì informazione a seguito del comunicato diffuso dagli inquirenti.
Sono però a conoscenza di chi sia Mimmo Lucano, della sua opera, della sua passione, del suo impegno indefesso per gli altri e soprattutto per i migranti.
Sono -ancora – perfettamente a conoscenza di quello che era Riace un tempo e di quello che Riace è oggi. Sono perfettamente a conoscenza che il modello di integrazione di Riace è un faro, un modello appunto, un simbolo di quello che dovrebbe essere -e invece non è- l’accoglienza nel nostro Paese.
Sono perfettamente a conoscenza che Mimmo Lucano è uomo di specchiata onestà e credibilità, che ha agito e agisce esclusivamente per gli altri e si batte per i diritti degli ultimi, dei poveri, di chi scappa dai loro paesi per guerre fame miseria .
Di quelli che Mimmo chiama gli zeri.
Per questi motivi sono dunque vicino a Mimmo Lucano e lo difenderò e lo aiuterò nella certezza che i tempi bui che stiamo vivendo troveranno alla fine un’uscita e che diritti dignità e libertà alla fine trionferanno. Mimmo Lucano non è solo e io sono con lui, oggi come ieri.
Sono con lui perché lo ho conosciuto da vicino e so che è una persona onesta e semplice”.
Una persona che ha dedicato la sua vita per gli ‘ultimi della terra’.”.
Mario Oliverio
Presidente della Regione
—————————————————————————————-
dell’inchiesta della magistratura che ha portato all’arresto del sindaco
Mimmo Lucano, il mio primo pensiero va a Riace: agli uomini, alle donne
e soprattutto ai bambini che scappavano da un futuro di fame e di guerra
e sono approdati in Calabria per diventare una comunità. Perché quella
di Riace e del suo sindaco è prima di tutto una storia di accoglienza e
solidarietà”. E’ quanto afferma il presidente di Upi Calabria, e
presidente della Provincia di Catanzaro, Enzo Bruno, nell’apprendere la
notizia dell’operazione della Guardia di Finanza che ha portato
all’arresto del sindaco di Riace.
“Quello del comune nel reggino è l’esempio di un modello di
integrazione: Riace è diventato uno dei simboli dell’accoglienza che
funziona riconosciuti a livello internazionale, il suo modello ha messo
insieme integrazione e rilancio dell’economia locale, creando
opportunità anche per i giovani del territorio, salvando il Comune dallo
spopolamento. Ma nello stesso tempo è una storia di passione e grande
umanità verso gli ultimi del mondo di un uomo che ha rinunciato a molto
per rimanere fedele alla sua scelta di vita. E’ il momento del silenzio
– dice ancora il presidente Bruno – ma sull’impegno concreto di Lucano
verso l’integrazione e l’affermazione della cultura della solidarietà e
della pace racconta molto l’atmosfera che si respira nei i vicoli di un
borgo che era abbandonato ed è tornato a rivivere, regalando colore e
speranza non solo ai migranti. Un’atmosfera che ho respirato quando ho
visitato Riace e che mi è rimasta nel cuore. Per questo è giusto
aspettare di leggere e capire le carte: sono certo che Lucano saprà
dimostrare le sue ragioni. Ma nello stesso tempo non bisogna dimenticare
l’impegno di quest’uomo per la difesa dei diritti civili di uomini e
donne che chiamiamo migranti e che prima di tutto sono persone che
lottano per la vita”.
Calabria, 2 ott – “Il sistema dell’accoglienza incontrollata targato PD continua a fare acqua da tutte le parti e la vicenda odierna in cui è coinvolto il Sindaco di Riace, ne è la prova tangibile e fotografa chiaramente l’inaffidabilità politica di Mimmo Lucano e dei suoi sostenitori in primis il governatore Mario Oliverio”. Queste le dichiarazioni di Mimmo Gianturco, ex consigliere comunale di Lamezia Terme.
“Con questo tipo di inchieste – prosegue – viene smascherato il business dell’immigrazione in virtù del quale ci si spinge addirittura al punto di trovare escamotage per aggirare le normative. Dunque, anziché aiutare gli Italiani e dare loro priorità, si preferisce fare cassa impegnando tempo e risorse sull’immigrazione, organizzando persino matrimoni combinati”.
“Sfruttare le tematiche di “città accogliente” e “aiuto ai meno fortunati” per mascherare le gravi lacune amministrative riscontrate con l’operazione “Xenia”, fà del Sindaco Lucano il simbolo emblematico dell’ipocrisia che si cela dietro le politiche migratorie sinistroidi. Tutto ciò lo aveva già dimostrato l’inchiesta “Mafia Capitale” pertanto non c’è da stupirsi se il famigerato “modello Riace” pare abbia fallito. D’altro canto – continua – però c’è da dire che Lucano, a differenza di molti radical chic, si è quanto meno dimostrato coerente con le proprie idee a tal punto che per metterle in atto pare abbia violato la legge”.
“Confido nell’operato della Magistratura – conclude Gianturco – affinché faccia luce su questa vicenda e si possa porre definitivamente fine all’era del business dell’immigrazione”.
——————————————————————————————-
Tutto iniziò con una manifestazione di un manipolo di “sognatori” – certo: sognavamo che le leggi dello Stato dovessero essere osservate da tutti, ed in particolare da chi ricopre ruoli istituzionali, sull’intero territorio nazionale – che qualcuno si affrettò a definire “un flop” data l’esigua presenza dei nostri militanti, una quindicina. Ma come ben noto spesso non è la quantità ma la qualità degli Uomini a fare la differenza. Quindici militanti Missini giunti a Riace nonostante le minacce, anche forti, degli stessi radical-chic e catto-comunisti che, con un impegno degno di miglior sorte, hanno sostenuto il loro beniamino per oltre un anno fino a ritrovarsi a doverlo andare a trovare a casa per “portargli le arance”. Quante dichiarazioni di sviscerato amore (ricordate Rosario Fiorello), di beatitudine celeste (Padre Zanotelli ed i discepoli di Don Ciotti), di solidarietà pelosa a spese delle tasche dei contribuenti italiani (clamorosi Saviano ed i “nostri” Oliverio e Enzo Bruno), partecipate catene di sant’Antonio organizzate da qualche quotidiano ed il sostegno “a prescindere” dei più fieri antifascisti del pianeta.
Intanto le due relazioni ispettive che descrivevano con dovizia di particolari il “modello” di sfruttamento dell’affare legato agli immigrati messo su da Mimmo ed i suoi sodali e la nostra modesta ma importante presenza di quel primo luglio. Una presenza che servì a squarciare il velo omertoso che era calato su quelle ispezioni, sulle condizioni in cui vengono tenuti gli immigrati nel paese – proprio oggi il servizio del TG3Regione ha mostrato un immigrato, ma ce ne erano altri a fianco, sdraiato sulla panchina del Belvedere di Riace che ha dichiarato di essere lì da nove anni, ed a fare che? A scaldare la panchina oggi che sono giunti i primi freddi? Ed anche questo è uno dei lavori che gli Italiani non vogliono più fare? – e diede la stura a qualche Magistrato per indagare al fine di vederci chiaro su tutta la situazione. E Ministro degli Interni non era certo Salvini ma un certo Minniti, nostro conterraneo, certo non sospetto di simpatie xenofobe, men che meno avversario politico o nemico di Mimmu U’ Curdu.
Intanto “il nostro”, consapevole di non essere proprio in una situazione di trasparenza e legalità, si agitava sempre più minacciando sfracelli, dimissioni, scioperi della fame e tirando in ballo quanti più “amici” possibili, fino a chiedere financo l’intervento del Papa ( e che cavolo non c’era anche lui tra i cinquanta personaggi più influenti al mondo, secondo la classifica di Fortune).
Ed oggi, finalmente diciamo noi, cadono definitivamente i veli rispetto ad un modello, si apprezzato ed utilizzato in tutto il mondo ma non certo dalla parte onesta e sana dei cittadini. Oggi le intercettazioni di Lucano dimostrano, se ancora ce ne fosse bisogno, il suo assoluto spregio delle leggi dello Stato e delle sue Istituzioni, cui lui si sente al di fuori ed al di sopra, sempre in virtù della classifica di Fortune, del film su di lui, dell’amicizia col Papa e la vicinanza di alcune elite ecclesiastiche nonchè della nomination al Nobel (anche questo qualcuno ha avuto l’ardire di pensare e proporre).
Allora – nel chiedere “dove eravate” a quanti oggi cercano di accreditarsi il ruolo di difensori della Legalità quando ciavule ed altri pennuti delle più svariate specie ci minacciavano anche fisicamente e quando eravamo tacciati coi soliti per loro epiteti di “razzisti e fascisti” – chiediamo altresì alla Magistratura di andare fino in fondo in una inchiesta che, a parte la messa in atto di espedienti per favorire la immigrazione clandestina, è di una gravità assoluta laddove riguarda l’altro filone di indagini, quello legato alla raccolta dei rifiuti che coinvolge una cooperativa gravemente coinvolta anche nelle irregolarità messe in risalto dagli ispettori prefettizi (L’Aquilone) e, soprattutto, riguarda illeciti profitti per oltre un milione di €uro, altro che conti correnti da pochi euro ed altro che indagini costruite sui saluti romani alla memoria dei Camerati, in barba anche alle sentenze della Suprema Corte e solo per piaggeria di qualche operatore dei mass-media.
Su tutto questo e quant’altro riveniente la Segreteria Regionale del MSI-Fiamma Tricolore è pronto a confrontarsi con chiunque ed in qualsiasi sede, ponendo comunque massima fiducia nelle Istituzioni e negli organi inquirenti.
Certi di cortese divulgazione, porgiamo i nostri distinti saluti. La Segreteria Regionale del Movimento Sociale Italiano-Fiamma Tricolore
——————————————————————————————-
COMUNICATO STAMPA di NICOLA GALLORO in merito all’arresto di MIMMO LUCANO sindaco di RIACE.
Di fronte agli avvenimenti nefasti di questo periodo storico spesso il mio pensiero è andato al mio paese natio di Calabria San Nicola da Crissa, ai suoi abitanti che sempre più impoveriti spopolarono il paese (oggi sarebbe stato un paese di 18000 abitanti invece dei 1300 attuali) per andare a cercare un po’ di benessere all’estero e non ci furono barriere divieti o muri in grado di fermarli. E fino a qualche giorno fa pensavo ancora con orgoglio alla mia Calabria che si distingueva finalmente in positivo per essere la Regione che era stata capace di creare un modello di integrazione sociale, unico al mondo, ad opera di uno oscuro sindaco del piccolo borgo di Riace Mimmo Lucano, uno dei tanti sindaci lasciati soli dallo stato a fronteggiare situazioni spesso pericolose a destreggiarsi con leggi inadatte alle complesse realtà sociali. Quest’uomo con coraggio è un forte senso di responsabilità si è fatto carico, a differenza delle istituzioni assenti, dei diritti di una umanità dolente, si è rimboccato le maniche e ha creato un’oasi di convivenza, facendo di Riace disabitata un incontro produttivo di culture e persone di diversa provenienza, dimostrando che il problema dell’immigrazione può non essere un problema, fonte di paura, ma una risorsa per tutti e che la realtà la possiamo costruire e non soggiacervi. Questo stesso uomo, incredibilmente, è stato arrestato stamattina, accusato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, un reato legato alla condizione di esseri umani dichiarati fuori legge solo per la mancanza di un foglio, di un timbro. Ci chiediamo se veramente l’intenzione che muove questo arresto è quella di far rispettare la legge o piuttosto di interrompere un progetto di solidarietà in atto magari infrangendo chi si è prodigato per costruire un mondo diverso, tutto allo scopo di continuare con la deriva dell’odio più confacente alla perenne campagna elettorale di questo governo. Dobbiamo sostenere quest’uomo onesto e coraggioso, indignandoci e impegnandoci concretamente in prima persona in sua difesa. Qui a Roma grideremo a gran voce che Mimmo Lucano venga lasciato libero.